Archive for luglio, 2011
Tutte Le Strade Portano A Te
Che vento che tira
taglia il respiro spinge un po’ in là
forse ci vuol cambiare
mi sa che non ce la farà
mi riesci a sentire
in questo rumore?
vieni un po’ qua
fammi sentire il mare
al centro di questa città
tu che sai ciò che so
sai la vita che ho
riparti un po’
forse ti piove dentro
usa la casa che ho
fino a che
tutte le strade portano a te
lascia che piova pure
prendiamo il sole che c’è
fino a che
tutte le strade portano a te
non ci si può sbagliare
prendiamo il tempo che c’è
il mondo non gira
o almeno non come
volevi tu
come ci avevan detto
quando era buona un’ idea
tu che sei ciò che sei
che non cambierai mai
promettimi che ci sarà sempre un posto
che tieni caldo per me
fino a che
tutte le strade portano a te
lascia che piova pure
prendiamo il sole che c’è
fino a che
tutte le strade portano a te
non ci si può sbagliare
prendiamo il tempo che c’è
Ligabue
http://youtu.be/ZggaAGf-DTI
Chiudi gli occhi
immagina una gioia
molto probabilmente
penseresti a una partenza
ah si vivesse solo di inizi
di eccitazioni da prima volta
quando tutto ti sorprende e
nulla ti appartiene ancora
penseresti all’odore di un libro nuovo
a quello di vernice fresca
a un regalo da scartare
al giorno prima della festa
al 21 marzo al primo abbraccio
a una matita intera la primavera
alla paura del debutto
al tremore dell’esordio
ma tra la partenza e il traguardo
nel mezzo c’è tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno
e giorno dopo giorno è
silenziosamente costruire
e costruire è potere e sapere
rinunciare alla perfezione
ma il finale è di certo più teatrale
così di ogni storia ricordi solo
la sua conclusione
così come l’ultimo bicchiere l’ultima visione
un tramonto solitario l’inchino e poi il sipario
tra l’attesa e il suo compimento
tra il primo tema e il testamento
nel mezzo c’è tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno
e giorno dopo giorno è
silenziosamente costruire
e costruire è sapere e potere
rinunciare alla perfezione
ti stringo le mani
rimani qui
cadrà la neve
a breve
Niccolò Fabi
http://www.muzu.tv/it/niccolfabi/costruire-music-video/176557/
Vicino a casa mia
un glicine rampicante
ogni anno comincia a fiorire in primavera
E’ la prima pianta
a fiorire
e ogni volta che passo lì vicino
mi inebrio di quel profumo lieve
Inspiegabilmente resta in fiore per tutta l’estate!
Con i suoi grappoli viola scuro
e chiaro, profumatissimi,
mi ricorda
il colore di un golf
morbidissimo, scollo a v
Un golf dei miei 15/16 anni
che mettevo in continuazione!
Quel colore,
che mi faceva pensare al titolo di un romanzo “rosa”:
“Il mio vestito color del tempo”,
così leggero e impalpabile, mi piaceva
da impazzire
e con quel golf mi mi pareva di essere leggerissima,
come l’incantevole
sfumatura di viola, che per contrasto, delineava
il nero dei miei lunghi capelli
E mi sembrava
di volare
di volare insieme ai miei sogni.
Lo vorrei ancora adesso
un vestito
color del tempo
Un vestito che magicamente possa mutare
colore
a seconda del tempo
Del tempo esterno ed interno
Del tempo reale e di quello fantastico
Del tempo fisico e di quello psicologico
Un vestito capace di provocare mutamenti reali
giusti efficaci…………………………….
http://youtu.be/4zar59i3LmE
I dati della trimestrale diffusi da Marchionne, dietro numeri apparentemente positivi, nascondono il buco nero in Europa e la crisi della produzione in Italia. Marchionne minaccia voi e persino l’Italia, che pure stende tappeti di velluto per farlo camminare sul morbido.
Le dichiarazioni del Cda Fiat confermano l’arroganza del modello Marchionne: o si fa come voglio io o non ci sono le condizioni per produrre in Italia. Non sopporta che da noi ci siano leggi, e su tutte lo Statuto dei lavoratori, che non consentono comportamenti antisindacali, come ha ulteriormente confermato il giudice di Torino condannando la Fiat per antisindacalità, in relazione al contratto di Pomigliano. Mi colpisce il silenzio e l’accondiscendenza del governo, nonostante sia chiaro come la testa e le gambe della Fiat stiano volando fuori dall’Italia. Qui cresce solo la cassa integrazione. Dei 20 miliardi promessi, escluso l’investimento a Pomigliano, s’è persa ogni traccia. La Fiat in Italia produce più licenziamenti che auto: sono già saltate o rischiano di saltare tre fabbriche, la Cnh di Imola, la Irisbus di Avellino sotto minaccia e Termini Imerese che vorrebbero mandare in pensione il 31 dicembre. Stiamo parlando di 4.500 posti di lavoro. Sappia Marchionne che per la Fiom è inaccettabile la chiusura della fabbrica siciliana in assenza di un’alternativa industriale concreta, a tutt’oggi inesistente. Il ministro Sacconi si dice disponibile a tutto, meglio che ad asfaltare la strada antisindacale della Fiat siano le parti sociali, altrimenti non sarà lui a negare una legge ad hoc. Dal canto suo Confindustria è pronta a lanciare il contratto speciale dell’auto per tener dentro la Fiat servendole i desiderata su un piatto d’argento. Governo, Confindustria e Fiat hanno una strategia tesa a cancellare diritti e libera contrattazione.
L’accordo siglato dalla Cgil sarà votato solo dagli iscritti, ai lavoratori sarà presentata solo la posizione della segretaria Camusso che l’ha firmato e quei reprobi della Fiom che dicono no e intendono far votare anche i non iscritti sono interdetti dal diffondere i risultati della consultazione, tranne quelli dei tesserati. Si riapre lo scontro interno alla Cgil che sembra puntare a isolare e sconfiggere la Fiom. Avete tutti contro?
Abbiamo già avviato la consultazione nel rispetto della decisione del Direttivo confederale (il voto degli iscritti) e nel rispetto del Comitato centrale della Fiom che ha confermato quel che sta scritto nel nostro statuto: qualunque ipotesi d’accordo dev’essere sottoposta al giudizio determinante degli interessati. Nello statuto c’è anche scritto che l’unico caso in cui può essere impedito il referendum è quando vengono sottoposti al voto diritti inalienabili. Questa è la ragione per cui riteniamo illegittimo il referendum imposto dalla Fiat a Pomigliano, Mirafiori e alla Bertone. Noi siamo contrari a quell’ipotesi di accordo perché toglie ai lavoratori il diritto di voto, prevede deroghe e addirittura impedisce l’esercizio dello sciopero. La Cgil sapeva che queste sono le nostre posizioni, non aver cercato una approdo condiviso è una precisa responsabilità di chi ha diretto la trattativa. È sbagliato pensare che per uscire dalla crisi si debba ridurre il ruolo del contratto nazionale e il diritto di negoziazione. Chi lavora ha due possibilità per far pesare il suo punto di vista: 1) la pratica della democrazia, costruendo le piattaforme e votando gli accordi; 2) scioperare, agendo collettivamente il conflitto per far valere le proprie ragioni. Se vengono meno queste possibilità passa un’idea autoritaria nella gestione delle imprese e dei processi sociali e politici.
In fabbrica non siete soli, ma non c’è solo la fabbrica…
È una rappresentazione sbagliata, politicista quella che ci vorrebbe in un angolo. Abbiamo avviato la consultazione sull’accordo in diverse regioni e la nostra opposizione è condivisa dalla maggioranza dei lavoratori. Inoltre, la democrazia ha un valore generale che riguarda tanto i luoghi di lavoro quanto le scelte di politica economica per uscire dalla crisi. Noi ci battiamo per un diverso modello di sviluppo che deve affrontare il nodo, oltre che del come, del cosa produrre e della sua compatibilità ambientale. Non possono essere poche multinazionali a decidere per tutti, deve tornare in campo un’autonoma politica economica. C’è una forte domanda di democrazia e partecipazione che i partiti non sono in grado di cogliere e dunque non hanno risposte. Non vedo un isolamento della Fiom che invece incrocia questa domanda di giustizia sociale.
La manovra del governo passata quasi in silenzio produrrà danni sociali. Che ne pensa la Fiom?
Una manovra varata in tre giorni dal Parlamento. Sarà devastante per i lavoratori, i pensionati e soprattutto per i giovani, perciò sarebbe necessario che tutto il movimento sindacale reagisse. Invece, a oggi Cgil, Cisl e Uil non hanno detto una parola unitaria contro la manovra. Il limite dell’accordo unitario sui contratti è che non è sostenuto da una strategia unitaria e non risolve nulla sul fronte degli accordi separati, con il risultato che quando le idee sono diverse a decidere sono le imprese. È un accordo che limita i diritti e prevede la possibilità che i delegati non siano eletti dai lavoratori ma nominati dalle organizzazioni. Ora, se non vuol perdere il rapporto con chi rappresenta la Cgil dovrà pur fare i conti con la manovra mettendo in campo una grande mobilitazione, fino allo sciopero generale.
Poi c’è il rinnovo del contratto nazionale dei meccanici, quello disdetto da Fim e Uilm con un contratto separato.
Il 22 e 23 settembre riuniremo l’assemblea nazionale dei delegati per preparare la piattaforma che sottoporremo al voto di tutte le lavoratrici e i lavoratori. Vedo 4 o 5 aspetti prioritari: a) la democrazia, con la validazione garantita dal referendum; b) il superamento della precarietà, con il principio che a parità di prestazione debba corrispondere una parità di retribuzione e diritti; c) un nuovo rapporto tra orari, articolazione, flessibilità e occupazione; d) la reale difesa e l’incremento del valore reale dei salari; e) la non derogabilità del contratto. Vogliamo porre le basi per un diverso modo di produrre, con il diritto preventivo di conoscere progetti industriali e investimenti. Insomma, il contratto come occasione per costruire forme nuove e condivise di democrazia economica.
C’è un principio di magia
Fra gli ostacoli del cuore
Che si attacca volentieri
Fra una sera che non muore
E una notte da scartare
Come un pacco di natale
C’è un principio d’ironia
Nel tenere coccolati
I pensieri più segreti
E trovarli già svelati
E a parlare ero io
Sono io che li ho prestati
Quante cose che non sai di me
Quante cose che non puoi sapere
Quante cose da portare nel viaggio insieme
C’è un principio di allegria
Fra gli ostacoli del cuore
Che mi voglio meritare
Anche mentre guardo il mare
Mentre lascio naufragare
Un ridicolo pensiero
Quante cose che non sai di me
Quante cose che non puoi sapere
Quante cose da portare nel viaggio insieme
Quante cose che non sai di me
Quante cose devi meritare
Quante cose da buttare nel viaggio insieme
C’è un principio di energia
Che mi spinge a dondolare
Fra il mio dire ed il mio fare
E sentire fa rumore
Fa rumore camminare
Fra gli ostacoli del cuore
Quante cose che non sai di me
Quante cose che non puoi sapere
Quante cose da portare nel viaggio insieme
Quante cose che non sai di me
Quante cose che non vuoi sapere
Quante cose da buttare nel viaggio insieme
Ligabue ed Elisa
http://youtu.be/vzHZKz9wPSI
Le avventure della signora Luvenia
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=Kjm33eB8EKY