Archive for settembre, 2015


* Equinozio d’autunno

Triskel182

iacona riccardoLa domanda cui la puntata di Presa diretta ha cercato di rispondere era: Ma il jobs act ha creato veramente nuovi posti di lavoro?
Segnali postivi di crescita – dice il primo ministro nel tele messaggio ai telecittadini del paese: sono i dati dell’Istat sul lavoro (44mila occupati), sono i dati in decimi di percentuale sul pil e sui consumi, sono i cinquantenni che hanno un lavoro ma non per il jobs act, ma per la riforma delle pensioni (Fornero).
I dati dell’Istat indicano una crescita del PIL, dei consumi (0,3%): Renzi nell’intervista al Foglio parla di una svolta.
Siamo fuori dalla recessione – ripete Padoan: grazie alle riforme strutturali, sostegno alle imprese, sostegno alla competitività.
Sono le politiche del governo che sono enfatizzate: tra queste il jobs act, la riforma che ha tolto l’articolo 18, ma i numeri danno ragione al governo.

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Al di là del Buco

dsfsfff

Lui scrive:

Ciao Eretica,
quel che ti scrivo vuole essere una sorta di riflessione o commento da condividere con quanti, negli ultimi giorni, hanno scritto di depressione standoci dentro. I miei pensieri nascono dal botta e risposta della coppia prossima all’implosione. Il loro dialogo e le testimonianze successive mi hanno appassionato, non per questioni di tifo, quanto per “analisi”, quella che nessuno più fa su stesso, su quel che ci circonda e sui modi in cui l’ambiente in cui viviamo influisce sul nostro personale.

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Triskel182

GolinoVENEZIA – Ha vinto il cinema sudamericano grande protagonista a Venezia, premiato da una giuria presieduta dal messicano Alfonso Cuarón. Ha vinto il nuovo mondo, la sua forza.
Desde allá , opera prima di un venezuelano di 40 anni ha sgominato i grandi vecchi e i mostri sacri del cinema – Sokurov, Gitai, Solimoski, Bellocchio. Non la Russia, non l’America, non Israele né la Francia. Non i mongoli muti di fatica del antesco Behemoth , né il Louvre occupato dai nazisti di Francofonia , né il delitto di Rabin raccontato da Amos Gitai. Neppure gli acclamati The Danish girl del premio Oscar Tom Hooper e Remember di Atom Egoyan. I quattro film italiani, con l’eccezione della meritata Coppa Volpi a Valeria Golino, escono sconfitti. Per la prima volta alla mostra irrompe il Venezuela e fa piazza pulita dei pareri che al lavoro del finora sconosciuto Lorenzo Vigas avevano assegnato un voto modesto, in…

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Triskel182

ficoDAL DIRETTORIO.

Roberto Fico (M5S) “Vanno di fretta, vogliono tutelarsi. E con l’emendamento Pagano rischia pure chi denuncia la mafia”.

Sulle intercettazioni questo governo è in palese conflitto d’interessi. Vogliono fermarne la pubblicazione perché molti di loro sono indagati o sotto processo,anche per via delle registrazioni”. Roberto Fico, deputato e membro del Direttorio dei Cinque Stelle, è duro: “Preparano un bavaglio per stampa e cittadini”.  Il ministro della Giustizia  Orlando promette un ampio  dialogo con la stampa a legge delega appena approvata.  La certezza è che la delega al governo è totalmente in bianco. E questo perché l’esecutivo vuole smarcarsi dal Parlamento, avere le mani libere. Non stupisce,visto i problemi giudiziari dei suoi membri.  In diversi chiedono di riformare le norme sulle intercettazioni .  

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10 cose che le persone dotate d’intelligenza emotiva NON fanno

Pubblicato: 12/09/2015 11:59 CEST Aggiornato: 12/09/2015 12:01 CEST
INTELLIGENZA EMOTIVA

Ci affidiamo alla logica e alla ragione per affrontare la vita di ogni giorno, eppure dopo lunghe pause di riflessione, arriviamo alle stesse conclusioni a cui potremmo giungere in un batter d’occhio senza pensarci troppo. I nostri leader trascurano l’elemento umano di molte questioni socio-poliche e non c’è neanche bisogno che vi indichi la percentuale di divorzi per convincervi che molti di noi non scelgono il partner giusto (e non sono capaci di tenere in piedi le loro relazioni a lungo).

Sembra che la gente sia convinta che la cosa più intelligente da fare sia non provare alcuna emozione. Per essere efficienti bisogna essere come macchine, un prodotto dei nostri tempi. Una specie di robot ben oliato, consumista, programmato digitalmente, “non-cosciente” ma totalmente funzionante. E per questo… soffriamo.

Ecco quali abitudini adottano le persone capaci di essere consapevoli dei loro sentimenti. Che sanno come esprimere, gestire, scandagliare e modificare le proprie esperienze, perché sono loro il “centro di controllo”della propria esistenza. Sono i veri leader, conducono una vita completa e autentica . Dovremmo prendere spunto dal loro esempio. Ecco le cose che le persone dotate di intelligenza emotiva NON fanno.

1. Non credono che il loro modo di percepire una situazione rispecchi la realtà.
Vedono le loro emozioni come delle “risposte” ad una data situazione, non come parametri esatti per valutare quello che sta accadendo loro. Accettanno il fatto che la loro reazione potrebbe avere a che fare più con i loro problemi personali, che con la situazione oggettiva in corso.

2. I loro punti di riferimento emotivi sono dentro di loro.
Non vivono le emozioni come se fosse un altro a provarle, come se il problema da risolvere fosse di qualcun altro. Capire che l’origine delle cose che sentono è in loro stessi, li tiene alla larga dal pericolo della passività. Non cadono nell’errore di pensare che “dove l’universo ha sbagliato, l’universo rimedierà”.

3. Non presumono di sapere cosa li renderà davvero felici.
Dal momento che collochiamo tutti i nostri punti di riferimento nel passato, non abbiamo alcun mezzo per stabilire, adesso, cosa potrebbe renderci davvero felici invece di sentirci solo dei “sopravvisuti” alle esperienze più dolorose. Le persone dotate di intelligenza emotiva lo capiscono e si aprono ad ogni esperienza verso cui la vita le conduce, sapendo che ogni cosa cela un lato positivo ed uno negativo.

4. Non pensano che avere paura sia un errore.
Piuttosto, essere indifferenti significa avere intrapreso la strada sbagliata. La paura indica che stiamo cercando di raggiungere qualcosa che amiamo, ma che le nostre convinzioni e le ferite del passato ce lo impediscono (o forse sono lì proprio per essere curate, una volta per tutte).

5. Sanno che la felicità è una decisione, ma non sentono il bisogno di prenderla ogni volta.
Non si illudono che la “felicità” sia uno stato di grazia perenne. Si concendono il tempo per esaminare tutto quello che succede loro. Si concedono il lusso di vivere in una condizione di “normalità”. In questo stato di “non resistenza”, riescono a trovare appagamento.

6. Non lasciano che qualcun altro decida delle loro idee.
Capiscono che, subendo il condizionamento sociale, possono essere influenzate da mentalità, pensieri e idee che non appartengono a loro. Per opporsi a questo, scandagliano le loro convinzioni, riflettono sulla loro origine e stabiliscono se quel quadro di riferimento può fare al caso loro o meno.

7. Riconoscono che un autocontrollo infallibile non è un segnale d’intelligenza emotiva.
Non trattengono i sentimenti, non cercano di mitigarli al punto di farli sparire. Tuttavia, hanno la capacità di trattenere la loro risposta emotiva finché non si trovano in un ambiente più “appropriato”, dove poter esprimere ciò che sentono. Non sopprimono l’emotività, la gestiscono.

8. Sanno che un sentimento non li ucciderà.
Hanno raggiunto la forza e la consapevolezza necessarie per sapere che tutte le cose, anche le peggiori, sono passeggere.

9. Non regalano la loro amicizia a chiunque.
Vedono la fiducia e l’intimità come qualcosa da costruire, qualcosa da non condividere con tutti. Non sono circospette o chiuse, ma preferiscono agire con consapevolezza e attenzione quando si tratta di fare entrare qualcuno nella loro vita e nel loro cuore. Sono gentili con tutti, ma si concendono a pochi.

10. Non credono che un singolo sentimento negativo possa dominare il resto della loro vita.
Evitano di arrivare a facili conclusioni, di proiettare un momento presente nel prossimo futuro, credendo che un periodo di negatività possa caratterizzare il resto della loro vita, invece di essere un’esperienza transitoria e isolata. Le persone emotivamente intelligenti accettano i “giorni no”. Si permettono di essere umani. In questo modo, trovano la pace.

traduzione dall’inglese di Milena Sanfilippo

http://www.huffingtonpost.it/italy

Educare gli educatori

lafilosofiAmaschiA

educare_confronti

Malgrado la polemica ignorante e becera si sia scatenata in tutta Italia, ci sono già molti disegni e progetti – non solo di legge – per aggiungere gli argomenti “di genere” agli altri insegnamenti nelle scuole di ogni ordine e grado. Mi domando che tipo di efficacia potrebbero avere; certo sono graditi, ma il tempo a disposizione a scuola è quello che è. Ha senso “aggiungere” gli argomenti di genere? Certamente ci sono gli argomenti specifici dei gender studies, ma ci sono anche atteggiamenti e letture di intere discipline che andrebbero cambiati, al di là dei singoli argomenti.

Il grosso del lavoro sarebbe considerare le questioni di genere non tanto come una materia, ma come una disposizione includente verso chi, dagli argomenti delle materie e dagli strumenti usati per insegnarle, è di solito escluso in maniera silenziosa. Si tratterebbe di cambiare i libri, le illustrazioni; inserire storie e personaggi…

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lafilosofiAmaschiA

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Devo ammetterlo.
Sono stata e sono una cattiva studentessa. Una di quelle che molti docenti non vorrebbero ritrovarsi fra i banchi di scuola: autonoma, riluttante all’autorità, pragmatica, intraprendente e poco incline al conformismo didattico; una che fa la prima domanda e pure una seconda se non è convinta della risposta ottenuta. Per molti anni ho creduto fosse giusto mettere in pratica quanto mi dicevano da bambina: pensare con la mia testa. Solo una volta arrivata al liceo, ho sperimentato sulla mia pelle e a mie complete spese che quell’inclinazione al pensiero autonomo e critico, alla logica e all’eguaglianza non apparteneva che alle regole, forse, della mia casa. Al liceo vigevano altre norme, altre dinamiche difficili da gestire per un’adolescente in quanto lontane da una razionale comprensione.

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Laurin42

La 22enne Ruqaya Fawziya è la prima (coraggiosa) donna a vendere i libri per le strade di Baghdad!

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In Iraq nella capitale Baghdad, in Al-Mutanabbi Street, centro intellettuale della città nell’ottavo secolo e oggi via costellata da bancarelle-librerie, apre la prima gestita da una donna, la 22enne Ruqaya Fawziya.

In una realtà tipicamente occidentale, la storia di Ruqaya Fawziya sarebbe sicuramente passata inosservata, ma a Baghdad questa giovane 22enne ha suscitato clamore e scandalo.

Ora parlare di Al Mutanabbi Street, via che prende il nome da al-Tayyib al-Mutanabbi, uno dei massimi esponenti della poesia araba e che è stata un rifugio per scrittori e artisti di tutte le religioni a partire dall’VIII secolo, equivale a parlare del cuore pulsante dell’ambiente culturale iracheno: è infatti sede di librerie e caffè letterari che danno vita ad una specie di biblioteca all’aperto. 

Al-Mutanabbi Street, va ricordato, è anche tristemente famosa per l’attentato del 2007…

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Terra Santa Libera

Il folle progetto sionista si realizzerá con la pulizia etnica locale e la ricostruzione del tempio sul Monte Moriah

noisuXeroi

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Il Golem Femmina

Passare passioni, poesia, bellezza. Essere. Antigone contraria all'accidia del vivere quotidiano

esorcista di farfalle

Se i tempi non chiedono la tua parte migliore inventa altri tempi. (Baolian, libro II, vv. 16-17)

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