Archive for novembre, 2017


Amare senza farsi male. Storie di donne e di uomini per imparare ad amare in due

Copertina anteriore
Terra Nuova Edizioni, 2016
Nelle favole, le storie d’amore hanno spesso un lieto fine dove tutti vivono felici e contenti. Al di fuori della finzione, l’amore è un alternarsi di gioie e delusioni, e spesso la paura di soffrire impedisce di vivere con serenità la propria passione amorosa. Che cosa fare, allora? Nel libro Nives Favero, forte della sua esperienza di psicoterapeuta, presenta le testimonianze di alcuni amanti che non si sono arresi di fronte alle difficoltà e nel tempo hanno costruito relazioni di coppia durature. Non esistono verità assolute sull’amore ma solo storie esemplari come quelle raccolte in queste pagine. Senza dimenticare una premessa fondamentale: dobbiamo prima di tutto amare noi stessi per donare il nostro cuore agli altri.

Per riuscire ad avere un rapporto positivo, non solo di coppia, ma anche tra genitori e figli ed anche tra amici, l’autrice del libro ci dice che occorre porre in essere quattro condizioni:

– Volersi fare del bene

– Mettersi sempre in discussione

– Dire le cose chiaramente

– Ringraziare l’altro

 

Il Golem Femmina

Sono stanca del mio collega, che sparla di me, e della strada che mi molesta,
nego tutte le condizioni e sono stanca anche di negare
Wafaa Lamrani

A poche ore dalla data ufficiale della 18° Giornata internazionale contro la violenza di genere e di tutti i convegni e dibattiti intorno ad essa. A poche ore dalla presentazione dei dati dai centri antiviolenza e da altre istituzioni simili che conteranno le morte ammazzate e quelle che per fortuna l’hanno scampata, seppure peste e pestate; a poche ore dalla presentazione di una delle piattaforme femministe forse più attese, quella di Non una di meno, che nella sua ambizione dichiara di aver scritto “..un piano (che) domanda a ciascun@ di posizionarsi, ognun@ a partire da sé, di prendere parte a un processo di trasformazione radicale della società, della cultura, dell’economia, delle relazioni, dell’educazione, per costruire una società libera dalla violenza maschile e…

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Maschi smettiamola di tacere sulla violenza contro le donne

Di fronte a stupri, femminicidi e prevaricazioni non abbiamo parole ma solo alibi. Ora basta. Dobbiamo cominciare a parlarne apertamente. Per educare sentimentalmente i bambini. E provare a fornire delle risposte

DI PAOLO DI PAOLO

25 settembre 2017

 

 Maschi smettiamola di tacere sulla violenza contro le donne  

Un uomo violento rappresenta sé stesso e nessun altro. La sua violenza, invece, riguarda anche me. Scrivo queste parole con disagio, con imbarazzo, con vergogna. Ma non sposteremo avanti di un millimetro il discorso pubblico, se non saranno anche gli uomini a parlare – a parlare apertamente, responsabilmente – delle violenze che le donne subiscono. Trovare sui giornali, in rete, decaloghi rivolti alle ragazze sul “come difendersi” è penoso. È necessario sì, ma direi che soprattutto è penoso. L’idea stessa che una donna debba essere allenata a difendersi dalle attenzioni, dalle pressioni psicologiche, dal desiderio sessuale, dalle mani di un uomo, è penosa. Ma se questo è vero, se – in Italia, nel 2017 – è necessario, io non posso fingere che non mi riguardi.

VEDI ANCHE:

Ogni due giorni una donna viene uccisa dal compagno. I numeri della violenza di genere

Lo scorso anno le vittime di femminicidio sono state 120. Sette milioni di donne hanno subito qualche forma di violenza nel corso della loro vita. L’analisi dell’Istat e del Ministero della Giustizia ci mostra i numeri di un massacro che non si arresta nonostante la legge del 2013. E intanto i centri antiviolenza chiudono i battenti

Quelli che minimizzano (maschi, naturalmente) fanno notare che le violenze e i casi di stupro sono in calo. L’Italia è all’ultimo posto in Europa per il numero di violenze sessuali? Anche fosse, il discorso non cambierebbe di una virgola. A ogni modo, restiamo alle statistiche: da uno studio condotto su un campione di oltre 700 studenti delle scuole secondarie di secondo grado, risulta che più di una ragazza su dieci ha subito esperienze di violenza all’interno della coppia prima dei diciotto anni. Sedici intervistate su cento hanno parlato di violenze psicologiche e di «persistenti comportamenti di dominazione e controllo»; il 14 per cento dice di avere subito violenze o molestie sessuali. «Quando si pensa alla violenza di genere, si è soliti immaginare coppie adulte, sposate o che convivono; in realtà, esperienze simili si possono verificare anche fra giovani e giovanissimi che stanno scoprendo le relazioni di coppia spesso per la prima volta», ha fatto notare la psicologa Lucia Beltramini, fra i partecipanti a un convegno sulla prevenzione della violenza di genere e sui percorsi di uscita, in programma a Rimini il 13 e il 14 ottobre. Buona occasione, forse, per mettere al centro del discorso i maschi giovani e giovanissimi.

* * *

Il discorso sulla violenza di genere è come bloccato in un frasario fisso. È bloccato nel paradosso per cui vittime e vittime potenziali si trovano sole due volte. Sole nel difendersi – sole come quando tornano a casa di notte e hanno addosso una paura che non dovrebbero avere, che non è giusto che abbiano. Sole nel racconto della violenza, della paura della violenza, del come difendersi dalla violenza. Gli uomini tacciono, imbarazzati. Conosco quell’imbarazzo, è anche mio. Che cosa posso dire? Che cosa posso aggiungere? Temo di essere inopportuno, retorico: il paladino di una falsa buona coscienza. Ma questo nostro silenzio imbarazzato – di noi uomini, voglio dire – rischia di diventare un alibi. Un alibi personale e collettivo. Una rinuncia (preventiva e rassicurante) a porre a me stesso, agli uomini che ho intorno – i padri, i fratelli, i figli – domande che non cancellano quell’imbarazzo, ma anzi lo intensificano, e in parte lo chiariscono.
VEDI ANCHE:

Chiara Saraceno: ‘Il maschilismo ormai è sdoganato’

Dagli ombrelli per coprire i politici al sindaco che definisce bambinata lo stupro di gruppo, il sessismo è diventato talmente diffuso da diventare normalità.  «E la battaglia è sempre più difficile perché si nutre della presunzione che in fondo alle donne vada bene così». Parla la sociologa
Non hai mai alzato le mani su una donna, va bene. Non sei un violento. Ma quella volta che le hai urlato contro, più del normale? Stavamo litigando. Quando si litiga, si alza la voce. Sì, però forse hai esagerato. Sei stato violento con le parole. O hai preso a pugni il muro, la macchina, hai fatto volare un oggetto. E quella volta che hai insistito, che sei stato pressante, che non hai saputo contenere il tuo desiderio? Quella volta che hai esagerato, facevi il cretino con quella ragazza, ma sei andato oltre, con lo sguardo invadente, con le parole giocose e viscide? E quella volta che la gelosia ti ha annebbiato, ti ha preso alla gola, ti ha dettato le frasi possessive e ricattatorie di un “aut aut”?

* * *

È difficile, direi quasi impossibile, che un essere umano maschio non conosca e non abbia almeno sfiorato questa o quella forma di prepotenza. La spia di un radicatissimo sentimento gerarchico dei rapporti fra sessi. Una spinta a dominare, a controllare, a pensare una relazione in termini di possesso. Solo la cultura, l’educazione possono correggere, provare a correggere. Fondare, per chi cresce ora, basi diverse di “educazione sentimentale”. Suona retorico? Non vedo altra possibilità, e forse non c’è. Non è facile? No, non lo è. Ma esistono alternative? Ci preoccupiamo che le bambine crescano ribelli il giusto. Non ci preoccupiamo abbastanza di come crescono i bambini. E invece a loro dovremmo guardare, parlare. A loro dovremmo fare domande, provare con loro a costruire risposte.

VEDI ANCHE:

“Molestie? Ma no, è solo goliardia” Così non fermiamo le violenze di genere sul lavoro

Le avances insistenti, le battute o i gesti degradanti di un capo, o un collega, in ufficio, sono molto più diffusi di quanto non sembri. Semplicemente perché “in Italia l’asticella è molto alta. La maggior parte delle donne sopportano, e stanno zitte. E la precarietà, di certo, non aiuta”. Tatiana Biagioni, presidente degli avvocati giuslavoristi italiani, racconta cosa dovrebbe cambiare

Alla luce di un grande successo editoriale – Storie della buonanotte per bambine ribelli di Elena Favilli e Francesca Cavallo, tuttora in classifica – mi è capitato di suggerire a qualche editor la necessità di un libro parallelo, qualcosa come Storie del buongiorno per bambini gentili. Favilli&Cavallo presentano modelli come Serena Williams e Rita Levi Montalcini, come Frida Kahlo, Margherita Hack, Michelle Obama e Malala Yousafzai, la più giovane premiata con il Nobel per la pace. Niente da obiettare, se non su un piano stilistico: si poteva scrivere forse un po’ meglio. Un libro parallelo per bambini (e padri) quali figure potrebbe presentare? Ne troveremmo? Voglio sperare di sì. E comunque: allarghiamo il campo, non riduciamolo a un discorso interno ai generi. Se da un lato è fondamentale che una bambina sviluppi presto la coscienza, il sentimento della propria indipendenza, della dignità assoluta e intoccabile dei propri desideri, delle proprie ambizioni, della propria intelligenza, del proprio corpo, dall’altro lato non può esserci il vuoto. I bambini (maschi) dove sono? E i loro modelli (sbagliati da secoli)? L’effetto di quel vuoto si rende visibile quando è troppo tardi: quando la ragazza “ribelle” – pur allenata a essere tale – non è riuscita a difendersi.

 

 

http://espresso.repubblica.it/

DonnexDiritti di Luisa Betti Dakli

dalla rivista AZIONE – settimanale

azione testata

La paura non è più donna

25 novembre – Si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne: dopo il caso Weinstein, ecco perché il mondo non sarà più come prima
/ 20.11.2017
di Luisa Betti Dakli

Una settimana fa a Los Angeles centinaia di persone hanno sfilato, partendo dal Dolby Theater – dove vengono consegnati gli Oscar – percorrendo parte del Sunset Boulevard, in segno di protesta contro le molestie e le violenze sulle donne: persone che si sono riunite sotto lo slogan #metoo, hashtag lanciato sui social da un mese per permettere a chiunque di denunciare i propri offender pubblicamente. Tutto è iniziato il 10 ottobre, quando Ronan Farrow ha pubblicato sul «New Yorker» la sua inchiesta in cui 30 donne raccontano di assalti sessuali, stupri e fughe nel panico di fronte a un uomo che, all’epoca dei fatti, era il più…

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http://webtv.camera.it/archivio?id=12258&position=0

Terra Santa Libera

Il folle progetto sionista si realizzerá con la pulizia etnica locale e la ricostruzione del tempio sul Monte Moriah

noisuXeroi

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Passare passioni, poesia, bellezza. Essere. Antigone contraria all'accidia del vivere quotidiano

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Se i tempi non chiedono la tua parte migliore inventa altri tempi. (Baolian, libro II, vv. 16-17)

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