Archive for aprile, 2014
MENTRE IL PAPA SCEGLIE UN BILOCALE, BERTONE HA UN ATTICO DA 600 MQ CON 100 DI TERRAZZO. I CARDINALI SI CONCEDONO DAI 200 AI 250 MQ. LA CHIESA HA IMMOBILI PER 2 MILA MILIARDI.
Papa Francesco non ha saputo solo due giorni fa che l’ex Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, aveva deciso di vivere in un mega attico con tanto di terrazzo. Il Papa sa che Bertone non si è accontentato dell’appartamento ordinario dal 20 dicembre scorso, quando il Fatto (a firma Marco Lillo) ha pubblicato la notizia. Ora Repubblica racconta la reazione di Bergoglio, arrabbiato per la scelta dell’ex sottosegretario di Stato di unire due appartamenti in uno: quello a lui assegnato, dove prima viveva l’ex capo della gendarmeria vaticana, Camillo Cibin, morto nel 2009; e quello di monsignor Bruno Bertaglia, vicepresidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi, deceduto nel 2013. Totale del super attico: circa 600 metri…
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ABBIAMO INVIATO A MATTEO@GOVERNO.IT 20 MESSAGGI: SENZA DIRETTA TV TUTTO TACE.
Renzi ottiene la fiducia del Parlamento e il giorno dopo è a Treviso, in una scuola dove i bimbi degli immigrati sono integrati e la tecnologia è di casa: “Cari ragazzi, se ci sono problemi scrivetemi tutto: la email è matteo@governo.it ”. Da quel 26 febbraio il comune cittadino ha trovato un indirizzo sicuro cui rivolgere le domande più pressanti. Un riferimento per amici vicini e lontani, come ha specificato il premier nella lettera di commiato da Palazzo Vecchio lo scorso 24 marzo: cari fiorentini, care fiorentine, sappiate che “ho cambiato email. L’indirizzo adesso è matteo@governo.it . Vi leggerò la sera, da Palazzo Chigi”.
Ebbene: quanti e quali messaggi sono giunti alla casella email? Soprattutto, quante risposte il solerte comunicatore ha voluto battere sui tasti del suo portatile? Un modesto tentativo di contatto l’abbiamo…
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LA GIUNTA PER LE AUTORIZZAZIONI A PROCEDERE DELLA CAMERA PRENDE TEMPO. DECISIONE RINVIATA A DOPO IL VOTO.
Il caso Genovese imbarazza il Pd e la maggioranza che regge il governo Renzi. Stiamo parlando di Francantonio Genovese, re di Messina, renziano doc e padrone di ventimila voti che possono fare la differenza nel voto europeo. Per l’onorevole è stato chiesto l’arresto dalla procura di Messina per lo scandalo dei fondi della formazione professionale. Un business da centinaia di milioni di euro che vede al centro l’onorevole e la sua famiglia, proprietari e gestori di enti, vere e proprie macchine clientelari e mangiasoldi che in Sicilia hanno avviato al lavoro una quota ridicola di giovani disoccupati. Nei mesi scorsi sono finiti in galera la moglie dell’onorevole, Chiara Schirò, e alcuni suoi strettissimi collaboratori. Sulla questione dell’autorizzazione all’arresto la palla è nelle mani della Giunta per le autorizzazioni a procedere presieduta da Ignazio…
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C’è questo testo diffuso da Me-Dea che è dell’anno scorso ma assolutamente attuale e racconta come nel fascismo le donne fossero ridotte a ruoli di cura, valorizzate in quanto madri e considerate soltanto in quanto fattrici. Quando io parlo di maternage da ventennio, ritorno ad uno schema sociale e politico che fa rabbrividire mi riferisco anche a questo. A tutte le persone che pensano che oggi parlare di madri, con i toni con i quali se ne parla, sia salutare per le donne dico almeno di rileggersi la storia. Almeno quello. Buona lettura!
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il tempo, il tempo, insomma, porta via…porta via la memoria, porta via le immagini, porta via un po’ tutto…ma come si fa a dimenticare? Non puoi dimenticare. Non puoi dimenticare perché noi abbiamo passato anni…anni atroci.” Giacomina Ercoli, partigiana
Parliamo di memoria, una memoria di sessanta e più anni, una memoria che si fa consapevolezza quanto…
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DURO SCONTRO IN RAGIONERIA GENERALE: IL VIA LIBERA AL DECRETO A RISCHIO FINO ALL’ULTIMO, POI DANIELE FRANCO FIRMA. ECCO LE CIFRE CHE NON TORNANO.
Il decreto ha la sua versione definitiva, che è quella che abbiamo chiuso mercoledì sera”. Da Palazzo Chigi, nel pomeriggio di ieri e prima che Giorgio Napolitano firmasse il decreto, ostentavano sicurezza: le coperture ci sono e sono rigorose tanto che le ha bolli-nate la Ragioneria generale dello Stato (Rgs), il meccanismo di distribuzione del bonus funziona, è tutto a posto. Vero fino a un certo punto. Prima di apporre il suo sigillo al decreto Irpef, infatti, proprio la tecnostruttura dellaRagioneria aveva sollevato più di un dubbio sui meccanismi di finanziamento della “quattordicesima” di Renzi: la guerra con Palazzo Chigi è andata avanti per giorni, tanto che una leggenda metropolitana dei palazzi romani vuole che lo stesso premier si sia presentato a via XX…
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LO DENUNCIA IL M5S CHE PROTESTA IN AULA. LA CAMERA LICENZIA IL TESTO.
L’approvazione definitiva del Decreto lavoro, avvenuta ieri alla Camera con 283 voti a favore, 161 contro e un astenuto, non spegne le polemiche. Quelle folkloristiche, come le catene con cui si sono legati i polsi i deputati del Movimento 5 Stelle. Quelle di piccolo cabotaggio che riguardano, innanzitutto, il conflitto tattico tra Pd e Ncd. E poi quelle di contenuto, rilanciate ancora dal M5S che solleva l’ipotesi del contrasto tra il Decreto lavoro, primo tassello dell’ambizioso Jobs act renziano, e la direttiva europea 1999/70/Ce del 28 giugno 1999. È quella che interviene sul lavoro a tempo determinato e prevede “di creare un quadro per la prevenzione degli abusi derivanti dall’utilizzo di una successione di contratti o di rapporti di lavoro a tempo determinato”.
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