Archive for dicembre, 2010
Sono sospesa e già devo lasciare!
Eccomi, finalmente sola con me stessa a rimettere in fila i pensieri che poi in fila non stanno mai
Pensieri sensazioni flash frammenti di passato di sogni di presente
Sprazzi di felicità che sembrava potesse essere infinita, ed almeno in quell’attimo è stata davvero infinita
Il mondo nelle mani che progressivamente si è dissolto
Oggi quel mondo non esiste più nella realtà ma dentro è ancora intatto
Forse è questo l’errore
Ma l’essenza rimane Cambiano solo le modalità con cui si manifesta
Riesco oggi più di ieri a essere in parte chi so di essere? Non so è probaile
Qualcuno sostiene di conoscermi bene
E’ molto strano sentirselo dire perchè la conoscenza è un divenire e quindi non penso che possano esserci certezze
Per fortuna il dolore che ti squarcia il cuore non solo si addomestica, si dimentica perfino
Almeno io quella sensazione di angoscia che ti possiede interamente anche per anni e che si disegna e penetra in profondità nella pelle non la ricordo più fisicamente
La traccia resta, resta solo nella mente
Tutte le ragioni della Fiom
Sergio Cofferati condanna il silenzio e i ritardi della sinistra e di parte della Cgil: la strategia di Marchionne è regressiva e esula dalla Costituzione.«L’accordo di Mirafiori cancella i diritti individuali e collettivi, chi l’ha firmato è autolesionista»
Sergio Cofferati, europarlamentare del Pd con esperienze alle spalle che segnano, da segretario della Cgil a sindaco di Bologna, ci tiene a fare una premessa: «Io sono un riformista moderato, lo sai, e non sono diventato improvvisamente radicale». Lo so, e sono pronto a testimoniarlo in ogni sede, rispondo. «È ridicolo pensare che io abbia cambiato natura perché condivido le battaglie della Fiom per impedire il totale smantellamento delle relazioni industriali, praticato da Marchionne per colpire la Fiom, la Cgil e, soprattutto, i lavoratori e i loro diritti sanciti dalla Carta costituzionale e dallo Statuto».
Sulla vicenda di Pomigliano avevi espresso, proprio sul manifesto, un giudizio molto negativo. Come commenti l’accordo separato di Mirafiori?
Molto negativamente. È un «accordo» addirittura peggiore di quello di Pomigliano e conferma che nella fabbrica napoletana non si agì in uno stato di necessità, si voleva dare inzio a una strategia oggi confermata e aggravata a Mirafiori. Le newco vengono usate per azzerare i diritti individuali e collettivi sanciti da accordi pregressi. Si cancella il contratto nazionale, è ridicolo esaltare il valore del contratto aziendale, che da che mondo è mondo si chiama contratto di 2° livello, il 1° è il contratto nazionale. A Mirafiori si scavalca il modello Pomigliano cancellando il diritto a contrattare, e persino a essere rappresentato, al sindacato che non firma l’accordo. In quell’«accordo» si dice alla Fiom: o firmi o ti cancello. Il perché è chiaro: la si vuole espellere dalle fabbriche perché è l’unico sindacato che contratta, discutendo la strategia complessiva della Fiat.
Qualcuno disse, a sinistra e in Cgil, che Pomigliano era un unicum, irripetibile e la Fiom avrebbe dovuto far buon viso a cattiva sorte, poi tutto sarebbe tornato alla normalità…
Si può sbagliare valutazione, credere in buona fede che Pomigliano rappresentasse l’eccezione e non l’inizio di un nuovo sistema di relazioni che cancella persino il diritto di sciopero. Ma chi disse «bisogna fare di necessità virtù» oggi non riconosce la sua miopia e arriva a giustificare anche l’obbrobrio di Mirafiori.
Tu hai un’antica frequentazione e unità con Cisl e Uil, anche se in momenti straordinari hai fatto con la Cgil scelte solitarie. Come interpreti la loro firma a Mirafiori?
È autolesionismo. Come spiegano a una persona normale che 15 giorni dopo aver rifiutato di firmare l’estromissione di un sindacato giovedì hanno apposto la loro firma sotto il testo di Marchionne, che nel frattempo non era cambiato di una virgola? Fim e Uilm hanno rinunciato a svolgere un ruolo contrattuale, condannandosi alla subalternità e, alla lunga, alla scomparsa.
Dio acceca chi vuol perdere?
Penso che l’unico sindacato che manterrà una rappresentanza reale è la Fiom, chi firma testi come quello rinuncia a ogni ratio negoziale.
Cosa c’è dietro l’attacco alla Fiom?
Una strategia pericolosissima: si punta a recuperare margini di profitto ridimensionando i diritti individuali e collettivi e aumentando lo sfruttamento, tralasciando quel che l’azienda produce, o meglio non produce. Marchionne teorizza che il piano è roba sua e assegna agli enti locali un ruolo ancor più ancillare di quello attribuito ai sindacati, assegnando loro il solo compito di occuparsi delle gravi conseguenze sociali delle scelte aziendali. Anche per i sindacati parlo di un ruolo ancillare, perché la rappresentanza è considerata accettabile solo se non è conflittuale.
Se lo strappo di Mirafiori è così grave, come valuti le reazioni sottotono, i silenzi, quando non il consenso aperto a Marchionne che si registra tra le forze democratiche e nel tuo partito?
Trovo grave che persino la cancellazione dell’accordo del ’93 sulle rappresentanze sindacali passi in silenzio, anche da parte di chi quell’accordo aveva giustamente voluto. Sono preoccupanti certe affermazioni e i silenzi nel Pd, c’è chi non si rende conto che la strategia della Fiat è regressiva. Ripeto, posso ammettere che qualcuno in buona fede abbia sottovalutato la portata dell’accordo di Pomigliano, ma su Mirafiori che lo conferma in peggio non può esserci accettazione in buona fede.
La nuova segretaria della Cgil, Susanna Camusso, critica la strategia di Marchionne ma non risparmia accuse alla Fiom annunciandone la sconfitta e promette un serrato confronto con la Confindustria.
Io nel mio lavoro in Cgil ho avuto sempre rapporti vitali con la Fiom, a volte anche dialettici. Ma ora non si può non capire che l’attacco di Marchionne è di una gravità inaudita, anche un cieco può vederlo. È come se Berlusconi decretasse che chi non è d’accordo con lui non ha diritto a presentarsi alle elezioni. In alcuni settori della Cgil si rischia di sottovalutare l’effetto della linea Marchionne. E chiedo: che senso ha discutere di regole con la Confindustria, proprio qualndo la Fiat decide di uscire da Federmeccanica e Confindustria? Non vedo alcuna sconfitta della Fiom, che ha un atteggiamento sindacalmente razionale e rigoroso e aumenta i consensi in tutte le fabbriche in cui si rinnovano le Rsu.
Dunque è sbagliato accusare la Fiom di rigidità?
Come si fa a dirlo? Io constato che quel che avviene nell’imprenditoria metalmeccanica non avviene tra i chimici. Mi si può contestare che nella chimica c’è una produzione ad alto valore aggiunto, e allora parliamo dei tessili: ne gli uni né gli altri hanno avanzato strategie che richiamino, sia pur lontanamente, i diktat di Marchionne.
L’accordo separato di Mirafiori è contestuale allo spettacolo indecente del governo e del parlamento rispetto alle proteste studentesche e allo schiaffo di Tremonti all’informazione democratica.
In ambiti diversi c’è lo stesso attacco, teso a ridurre gli spazi di democrazia ed è grave che non generi reazioni adeguate alla pericolosità del momento, per la sinistra e non solo.
Non trovi che ci sarebbero tutti gli ingredienti perché la Cgil proclami lo sciopero generale?
Le condizioni ci sono tutte, a partire dalla crescita della disoccupazione soprattutto giovanile e dai tagli allo stato sociale che sortiranno effetti drammatici nei prossimi mesi. Penso dunque che la Cgil potrebbe proporlo a Cisl e Uil; qualora la risposta fosse negativa, lo sciopero generale potrebbe essere promosso comunque dalla Cgil, nella logica prosecuzione delle iniziative di questi mesi.
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2780 PIù DELLA METÀ degli operai Fiat di Mirafiori (5500) ha firmato la petizione contraria a «un’altra Pomigliano» e favorevole all’investimento.
Spesso mi sento fuori posto e il mio non sentire di appartenere è a volte devastante e a volte mi fa tirare un gran sospiro di sollievo. Questa sensazione è latente tanto che per la maggior parte del tempo mi dimentico di non appartenere a niente e a nessuno.
Ma quando la scacra famiglia si riunisce non posso fare a meno di osservare tutto come se fossi spettatrice.
Ed anche se gli anni sono passati, se ho perdonato a molti di quei familiari con cui siedo a tavola e che guardo con tenerezza, non riesco a sentirmi parte di un tutto insieme a loro.
Non ce la faccio.
Tempi di auguri. Non ne ho fatti a nessuno. Almeno quelli che avrei voluto fare con il cuore non li ho fatti perchè sarebbero affogati nel mare di auguri affannosi che si scambiano in questo periodo. Giorni di ipocrisia velata che mal tollero. Ordinaria ipocrisia.